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Prospettive e criticità in vista della stagione termica 2017-2018



















Pubblichiamo l'intervista a Paolo Perini, responsabile settore pellet di Segati Friuli, che spiega perchè conviene comprare pellet prestagionale

Prospettive e criticità in vista della stagione termica 2017-2018
L'analisi di Paolo Perini, responsabile settore pellet di Segati Friuli
Il prestagionale è in pieno svolgimento: è confermata la situazione di magazzino molto bassa a livello di produttori, distributori, depositi portuali e anche utenti finali.
Tutti gli operatori sono coscienti che la domanda per la prossima stagione si attesterà almeno su 3 milioni di tonnellate, indipendentemente dall'andamento meteorologico che, nel caso di una stagione invernale lenga e/o rigida, potrebbe innalzare i consumi a livelli superiori rispetto a quanto bruciato nelle scorse stagioni. E ciò per un semplice fatto: al parco stufe/caldaie già in funzione, continuano ad aggiungersi nuovi apparecchi, visto il trend positivo di vendite nei primi 4 mesi del 2017.
Gli operatori cercano dunque di assicurarsi condizioni di acquisto almeno per le quantità trattate nella scorsa stagione.
Purtroppo questa volontà non è adeguatamente sostenuta dal ritiro di quantità importanti di materiale in prestagionale. In realtà, solamente il ritiro del materiale durante questi mesi e soprattutto durante i mesi di giugno-agosto può assicurare agli utenti finali pellet per il consumo invernale a prezzi che permettano loro di realizzare il massimo risparmio sull'oneroso budget familiare da alloccare alle spese di riscaldamento. Non è corretto contare solamente sull'eventuale capacità dell'offerta di assicurare adeguate quantità di materiale a prezzi calmierati. Non sarà mai così. Viviamo in un'economia di mercato, dove a eventuali picchi di domanda assisteremo a un immediato adeguamento del prezzo verso l'alto. A ciò si aggiungono le problematiche legate alla logistica. Una parte molto limitata di pellet  viene prodotto in Italia e il nostro mercato dipende pesantemente dalle importazioni. Molto spesso il materiale proviene da lontano, talvolta da molto lontano, richiedendo una programmazione complessa e particolarmente rigida.
Non è logico pensare che in caso di picchi di domanda l'offerta possa rispondere adeguatamente, soprattutto nei mesi invernali quando i trasporti diventano molto complicati e la richiesta di prodotto cresce in modo molto importante anche nei mercati dell'Europa del Nord e dell'Est, attualmente esportatori netti, ma con un mercato interno in forte crescita.
I prezzi sono aumentati in modo rilevante per quanto riguarda il pellet di provenienza austriaca e in modo più moderato per altre provenienze, con le importazioni da oltremare sempre sottoposte al rischio cambio euro/dollaro e, soprattutto quest'anno, con una situazione molto tesa sul fronte dei noli marittimi.
L'aiuto più importante può venire solamente dagli utenti finali che, con sostanziali ritiri in contro stagione, possono aiutare i flussi nei mesi estivi quando la produzione e la logistica godono di condizioni molto più favorevoli rispetto ai mesi invernali.

Il pellet assicura importanti economie alle famiglie italiane, a condizione che una parte importante dell'approvvigionamento avvenga nei mesi estivi.  



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